Qualche giorno fa vedo su Facebook questa inserzione che incollo qui sotto:
Mi si è subito accesa una lampadina ed ho avuto immediata ispirazione per scriverci un articolo.
Prima di farlo però, ho scritto un post sul nostro gruppo Facebook privato, quello che vedi qui sotto:
Hanno risposto in tanti al sondaggio (se ti iscrivi al gruppo potrai partecipare ed assistere ai prossimi sondaggi, che faccio spesso), qui sotto incollo solo alcune delle risposte ricevute nei commenti:
Devo dire che la maggior parte delle risposte aveva senso…ma nessuno ci ha azzeccato. Nessuno ha pensato a quanto pensavo io.
O meglio, non l’ha pensata come l’ho pensata io.
Il problema di quell’inserzione è nel COPY, cioè in quello che c’è scritto.
Ma non per l’utente (o almeno non solo per lui).
Ma per FACEBOOK.
Ti spiego dove voglio arrivare, ritornando a qualcuno dei commenti sopra.
Perché si, è vero che:
- Gli hashtag non servono a niente su Facebook (e dubito che siano anche quelli giusti),
- E’ vero che non è spiegato perché dovrei comprare quell’olio e non un altro,
- Che il doppio numero è superfluo e non fa che confondere (oltre al fatto che non è cliccabile)
- e i mille altri errori di questa inserzione che definire PESSIMA è un complimento.
Ma quello che m’è saltato all’occhio subito è stato un altro aspetto: la mancanza di PERTINENZA con l’obiettivo di comunicazione.
Per Facebook PRIMA che per gli utenti.
Per dimostrartelo ho fatto un altro esperimento, qualche ora dopo aver pubblicato quel post sul gruppo.
Infatti, sul mio profilo personale, ho postato questa domanda che vedi sotto:
Ho voglia di un buon vino rosso. Magari un vino romagnolo o veneto. Non troppo tannico, mi piacciono i vini morbidi,…
Pubblicato da Gianpaolo Antonante su Mercoledì 16 dicembre 2020
Ho chiesto un consiglio sull’acquisto di un vino rosso, cercando di essere anche un po’ specifico nella richiesta, ma rimanendo comunque sintetico.
Sai cos’è successo qualche minuto dopo quel mio post?
Prova a pensarci…ti do qualche secondo…
.
.
.
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Ci sei arrivato?
Beh, comunque sia…ti MOSTRO cos’è successo.
Guarda qui sotto:
Quelle che vedi nell’immagine sono due sponsorizzate di VINI che mi sono apparse nel feed di Facebook qualche minuto dopo il mio post sul profilo.
E non solo, guarda anche l’immagine qui sotto…
…sono altre 3 sponsorizzate che mi sono apparse sul “mio Facebook” nei minuti ed ore successive al post di richiesta consigli sui vini.
A quale deduzione deve portarci questo episodio?
Semplice: Facebook studia i nostri comportamenti, quello che scriviamo, le pagine e i gruppi Facebook che frequentiamo e con cui interagiamo, i siti web che visitiamo ecc ecc….
…e dallo studio dei nostri comportamenti cerca di dedurre a cosa siamo interessati, per sottoporci prodotti e servizi con le Ads, che siano direttamente pertinenti ai nostri interessi (come quelle del vino delle prime due ads) o correlate ai nostri interessi (come quelle successive sul cibo, sicuramente correlate come macroinsieme di interessi).
Benissimo, fin qui niente di nuovo.
Se non fosse che questo processo è anche CONTRARIO.
Ovvero, quello che Facebook “LEGGE” nei nostri post sponsorizzati e nelle pagine di destinazione che linkiamo in esse, funge da ulteriore fonte di targettizzazione.
Te la ridico più semplice.
Facebook immagazzina una montagna inimmaginabile di dati, in continuazione e da anni.
Sempre di più affina i suoi algoritmi e la sua intelligenza artificiale per cercare di rendere sempre più PERTINENTI le inserzioni pubblicitarie verso i propri utenti.
Nella pratica questo significa che in tanti casi Facebook è in grado di trovare DA SOLO gli utenti a cui rivolgersi, senza nessuna particolare targettizzazione.
Ovvero:
- prepari l’inserzione di Facebook da promuovere,
- prepari la pagina di atterraggio sulla quale fare atterrare gli utenti che cliccano sulla sponsorizzata…
…e Facebook DEDUCE da solo e dai TUOI contenuti a chi rivolgersi.
E te lo dimostro coi dati sotto. Guarda l’immagine:
Quei dati si riferiscono ad una campagna Facebook per la vendita di un servizio tecnico relativo alla SEO (l’attività di posizionamento sui motori di ricerca).
Il target di questo servizio sono web agency, consulenti SEO, imprenditori interessati all’argomento SEO.
La campagna è composta da 3 gruppi di annunci con 3 target diversi:
- un pubblico simile ad utenti che hanno letto articoli del blog relativi all’argomento SEO,
- un pubblico simile alla lista di clienti già acquisiti per quel servizio,
- un pubblico BROAD, cioè esteso e senza nessun altra targettizzazione che non sia la fascia d’età (ed infatti quello è il pubblico più ampio, composto da 23 milioni di utenti)
Ora guarda i risultati, quale pubblico converte meglio?
Esatto, il pubblico BROAD, quello esteso, che ha il maggior numero di conversioni e al prezzo per conversione più basso.
E come fa Facebook a trovarli?
Partendo dai contenuti del post che viene sponsorizzato e “leggendo” i contenuti della pagina di atterraggio.
Per il resto fa da solo ?
Ora, torniamo alla sponsorizzata incriminata ed oggetto di questo articolo che incollo nuovamente per comodità di lettura
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“Ogni donna ha diritto al suo principe” #principedicanino #archibusacci #canino Servizio Clienti 3205749984 o 0761437202
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Questo post NON da a Facebook alcuna indicazione che possa aiutarlo a targettizzare.
Non c’è scritto di quale prodotto si tratti.
Non c’è scritto a chi si rivolge.
Non c’è scritto qual è il migliore utilizzo di quell’olio (ex sulle insalate)
Quindi si, questa sponsorizzata ha una lunghissima serie di difetti, ma il più grave è a mio parere proprio questo: non c’è scritto NIENTE che possa aiutare l’intelligenza artificiale di Facebook a DEDURRE a chi debba rivolgersi.
Perchè, certo, non si fa niente per convincere l’utente a comprare.
Ma per poterlo convincere l’utente devi prima raggiungerlo, e questa sponsorizzata fa di tutto per rendere difficile quest’obiettivo.
Come avrebbe dovuto essere la sponsorizzata?
Semplificando:
– Avrebbe potuto e dovuto aggiungere qualche caratteristica dell’olio (tipo zona di provenienza, caratteristiche specifiche del prodotto, tipologia di lavorazione, ecc),
– Avrebbe potuto e dovuto aggiungere il riferimento a qualche piatto per il quale sarebbe perfetto l’utilizzo di quell’olio,
– Avrebbe potuto e dovuto aggiungere il riferimento a CHI è rivolto il prodotto (ex appassionati di cucina, chef, persone attente ad un’alimentazione di qualità)….
..insomma, quella sponsorizzata avrebbe potuto e dovuto contenere MOOOLTE più informazioni che Facebook avrebbe utilizzato per targettizzare i giusti utenti.
Per il Frantoio in questione è troppo tardi.
Spero però che questo articolo possa aiutare te ?
Una risposta
lavoro già con sponsorizzate su facebook con buoni risultati ma vorrei ottimizzare il lavoro