[TESTATO SU 1 MILIONE DI SITI]: le pagine “lunghe” si posizionano meglio

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Di che cosa ti parlerò in questo articolo

[TESTATO SU 1 MILIONE DI SITI]: le pagine “lunghe” si posizionano meglio

1890 parole ?

Questo è il numero medio di parole dei risultati in prima pagina di Google, ottenuto dall’analisi di 1 milione di risultati di ricerca fatta da Brian Dean di Backlinko (http://bit.ly/2uKc8Lc), uno tra i più autorevoli esperti SEO del mercato americano (e quindi mondiale).

Da questa analisi si evince quindi che, nella stragrande maggioranza dei casi è necessario avere pagine web/articoli del blog molto “corposi” e lunghi, per aumentare le possibilità di posizionamento organico (vedi immagine sotto) e di conseguenza, il traffico al nostro sito web di persone interessate ai nostri prodotti/servizi.

Non scriviamo tanto sul sito tanto la gente non legge….” ?

È una frase che ho sentito ripetere decine di volte negli anni da imprenditori con cui parlavo del restyling del loro sito….

…frase ovviamente SBAGLIATA, come confermano i dati di questa ricerca.

La gente non legge quello che c’è scritto sui siti perché, mediamente, quello che c’è scritto nei siti fa pena ?

Se scrivi robe mediamente interessanti, la gente legge eccome (te lo dice uno con un blog con 300 articoli tutti mediamente LUNGHI).

Quindi?
Basta scrivere tanto che diventiamo primi su Guggol?

In linea generale, è sempre meglio dedicare i propri sforzi a fornire il massimo delle informazioni ai nostri utenti.
E quindi, più scrivi e meglio è.

ATTENZIONE però a due aspetti:

1⃣ L’intento di ricerca dell’utente
Se cerco su Google “ora esatta”, il risultato al primo posto è questo ?https://www.oraesatta.co/.

La pagina contiene un orologio con appunto l’ora esatta, qualche banner pubblicitario, numerosi link interni che rimandano a pagine con l’ora esatta di varie città del mondo e basta.

Nessun testo lungo. Niente 1890 parole.
Quasi non ce ne sono.

E perché allora è primo?

Perché all’utente che fa quella ricerca NON interessa altro che vedere l’ora esatta.
STOP.

Che si facciano friggere le 1890 parole.
Quindi ricorda di mettere SEMPRE l’utente al centro dei tuoi pensieri quando produci un contenuto, mettendo TUTTO quello che può interessargli. Ma niente di superfluo

2⃣ Il Dwell Time è un fattore di posizionamento su Google (forse)

Cos’è il Dwell Time (o tempo di permanenza)?

Il Dwell Time è il tempo che intercorre tra il click di un utente su un risultato di Google, la visita della pagina su cui s’è cliccato, e il ritorno alla SERP, cioè alla pagina dei risultati del motore di ricerca.

Cioè:
 cerca su Google “come fare gli gnocchi al ragù”,
 clicco sul primo risultato e leggo la pagina per un minuto,
 torno indietro su Google per cercare un altro risultato…

Il tempo di permanenza in questo caso è dato da quel minuto.

Attenzione non parliamo di frequenza di rimbalzo o tempo sulla pagina, perché in questo caso viene calcolato il Dwell Time da quando ritorni alla pagina dei risultati della ricerca di Google, dimostrando in buona sostanza di non aver trovato tutto quello che cercavi nel primo risultato su cui hai cliccato.

Bene…
Tutta sta premessa per dire cosa?

Che la “lunghezza” del tuo contenuto è importante ma solo se abbinata alla qualità del contenuto stesso.

Nel senso che non basta scrivere un articolo di 2.000 parole per posizionarsi, perché se ci schiaffi dentro parole a caso a forza giusto per raggiungere quel limite, poi la gente non sta sul tuo sito, esce subito e comunque non ottieni un risultato.

Ora, che il Dwell Time sia un fattore di posizionamento SEO non è ufficiale, anche se ci sono parecchi rumors già da qualche tempo al riguardo (come spiega anche questo articolo http://bit.ly/2TWu7rY).

Al netto di questo, possiamo comunque star certi che scrivere qualcosa di interessante per i nostri utenti funzioni meglio che scrivete boiate insipide. Anche se non lo dice Google.

 Conclusione 
Sintetizzando in poche righe possiamo quindi dire che:

1⃣ I contenuti lunghi più di 2.000 parole si posizionano meglio su Google e ti conviene quindi scrivere tanto,

a patto che…

2⃣ Gli utenti siano davvero alla ricerca di tante informazioni,
3⃣ Le informazioni che gli dai sono di qualità.

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