Google Ads o Facebook Ads? Come Scegliere tra l’uno e l’altro Strumento Spiegato con 6 Casi di Aziende Reali 

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Di che cosa ti parlerò in questo articolo

Mi occupo di digital marketing da un sacco di tempo. Dal 2009 nello specifico.
Da tutto questo tempo mi ritrovo spesso davanti ad imprenditori che non sanno scegliere qual è il miglior mezzo di promozione per la propria azienda.

Ed è normale che sia così: servono competenze ed esperienza per fare la scelta giusta.
E se per lavoro non ti occupi di digital marketing è normalissimo che non sia facile scegliere.

Da questo problema nasce questo articolo: proverò a farti un pò più di chiarezza sul perché sia in alcuni casi più adatto promuoversi su Google ed in altri su Facebook.

E perché in altri casi sia opportuno farlo in entrambe le piattaforme.
Cercherò di spiegartelo partendo dalle risposte di alcuni membri del nostro gruppo Facebook privato “Il Web Marketing Spiegato Semplice – Il Gruppo”, nel quale ho fatto un sondaggio che chiedeva:

“Dove promuovi la tua azienda?
Su Google o su Facebook?
Perché hai scelto l’uno rispetto all’altro?”


Qui sotto vedi lo screenshot del sondaggio

(clicca sull’immagine per ingrandirla)

In diversi imprenditori hanno risposto al sondaggio.
Qui di seguito ti presento le loro risposte dandoti la mia opinione circa la loro scelta sul canale di promozione.

E’ probabile possa risultarti utile ad avere più chiara la situazione anche nel tuo caso 😉
Buona lettura…

Risposta n°1 di Alessandro: “Al momento non mi promuovo perché sono da solo ed ho già troppo lavoro”


Settore: Sviluppo di gestionali, consulenza informatica.
Strumento di promozione online: nessuno.

Qui sotto vedi la risposta completa di Alessandro: 

(clicca sull’immagine per ingrandirla)

“E che c’entra ‘sta risposta? Questo non si promuove!…” potresti essere portato a pensare leggendo questo primo punto dell’articolo.

Sarebbe normale che lo pensassi. Ma sbaglieresti. Perché anche dalla risposta di Alessandro nascono interessanti considerazioni riguardo un fattore MOLTO importante quando si parla di web marketing e marketing in generale.

Il fattore in questione è la SCALABILITA’.
Mi spiego.

Le azioni di digital marketing e di marketing più in generale hanno un obiettivo preciso: aumentare i volumi di affari dell’azienda.

Per aumentare il volume di affari puoi:
– Aumentare i prezzi, aumentando quindi il fatturato senza aumentare le vendite e quindi il numero di clienti,
– Aumentare il numero di clienti, acquisendone di nuovi.

Bene.
Nella maggioranza dei casi le attività di digital marketing hanno l’obiettivo di aumentare il numero di clienti.

Ora, la domanda che devi porti è questa: QUANTO posso aumentare oggi il mio volume di affari? Quanti clienti in più, con le risorse attuali, sono in grado di gestire? E quanto velocemente sono in grado di aumentare queste risorse per poter servire più clienti mantenendo inalterata la qualità del servizio/prodotto?

Sono domande importantissime da porsi e alle quali trovare una risposta.

Perché in passato in agenzia ci è successo in diverse occasioni (più di quante tu possa immaginare) di trovarci di fronte a clienti che ci chiedevano di interrompere le attività perché non “ci stavano più dietro”, che cioè non erano più in grado di reggere l’urto dei nuovi clienti che derivavano dalle nostre attività di digital marketing. 

Come fece Silvia, spiegandolo anche nella testimonianza che ci lasciò tempo fa e che puoi leggere sotto (a questo link trovi la testimonianza originale)

(clicca sull’immagine per ingrandirla)

Riflessione sulla risposta di Alessandro

Capita all’imprenditore di pensare che il problema della propria azienda sia l’acquisizione clienti e quindi cerca gli strumenti per acquisirne di più, pensando magari al digital marketing.

Ma come dimostrato in questo punto magari i problemi da risolvere vengono PRIMA del marketing, dell’acquisizione clienti.

E magari è opportuno attrezzarsi nel modo giusto.

Esempio pratico:
Nel momento in cui scrivo quest’articolo in Stratego Swat, la nostra agenzia di digital marketing, siamo in 23. Lo staff è composto da 23 persone.

Quando ho cominciato ero da solo, ma ho avuto la lungimiranza di:
– Collaborare con un’agenzia web già preesistente, potendo sfruttare il loro staff alla bisogna. Ovviamente pagando, ma solo sul venduto, non addossandomi quindi costi che non avrei potuto sostenere,
– Stringere collaborazioni con professionisti a partita Iva ai quali richiedevo di svolgere parte delle attività dei clienti. Ad esempio selezionai da subito due* copywriter ai quali esternalizzare i lavori di copy necessari per i clienti (ex la scrittura del copy delle landing page, delle email dei funnel, di articoli del blog ecc).

*Nota bene: ne selezionai 2, ai quali a turno passavo i lavori, in modo da non essere legato ad uno solo che, per un qualsiasi motivo personale, avrebbe potuto avere problemi e lasciarmi “a piedi” ed in emergenza.

Seguendo quindi la regola d’oro del non legare il mio lavoro ad una sola persona/fornitore.


Risposta n°2 di Leandro: “Google ads tutta la vita. Su Fb in passato ho ricavato poco o nulla visto il mercato di nicchia…”


Settore: Noleggio barche con Skipper in Campania
Strumento di promozione online: Google Ads.

Qui sotto vedi la risposta completa di Leandro:

(clicca sull’immagine per ingrandirla)


Fa bene a promuoversi con Google Ads Leandro?
Risposta veloce: si, se come dice ottiene risultati.
Risposta lunga: la scrivo di seguito…

Parto da un piccolo riassunto sullo studio del processo di acquisto.
Ovvero, per analizzare quale possa essere il miglior strumento promozionale da utilizzare per la nostra azienda bisogna partire dall’analizzare il processo di acquisto dei nostri clienti.

Come arrivano ad acquistare il nostro prodotto/servizio? Qual è il percorso che fanno dal non conoscerci affatto al diventare nostri clienti? Quanto dura questo processo? 1 settimana, 1 mese o 1 anno?  O 1 ora? O 2 anni?

E da cosa nasce? Da un problema o da una scoperta?

Torniamo al caso di Leandro.
Come dicevamo in apertura, si occupa di noleggio barche con Skipper con in Campania.

Questo è il suo sito www.flegreacharter.it

Proviamo a pensare al processo d’acquisto dei suoi clienti e chiediamoci: nasce da un problema o da una scoperta?

Per essere più chiari, è più probabile che il suo potenziale cliente:
– Abbia scelto di fare una vacanza a Napoli (o porti limitrofi) e voglia sfruttare l’occasione di fare un giro in barca? E quindi si ritrova col problema di trovare chi la barca gliela noleggia?
– Oppure è più facile far scoprire sui social agli utenti la possibilità di fare una gita in barca a Napoli (o in porti limitrofi)?

Detta così come l’ho messa giù, è ovvio propendere per la prima ipotesi: più facile convincere chi a Napoli ha già scelto di andarci ed addirittura sta già pensando di fare un giro in barca.

(clicca sull’immagine per ingrandirla)

Ed infatti nello screenshot sopra puoi vedere che c’è un buon numero di ricerche mensili su Google per una lunga serie di parole chiave pertinenti con l’argomento “noleggio barca a napoli” (e nelle località limitrofe).

Riflessione sulla risposta di Leandro

Quindi fa bene Leandro a promuoversi con Google Ads?
Direi proprio di si.

Perché come detto in un passaggio precedente, in questo modo, promuovendosi con parole chiave che intercettano chi sta cercando “noleggio barca napoli” (e tutte le varianti di keywords), entra in contatto con utenti che sono già un pezzo avanti nel loro processo di acquisto, hanno probabilmente già deciso di trascorrere una vacanza in Campania ed hanno anche forse già deciso di voler fare un giro in barca.

Fare campagne su Facebook (ed in generale sui social) metterebbe Leandro davanti a due difficoltà:

– intercettare chi ha deciso di voler trascorrere una vacanza in Campania,
– e che, contestualmente, vuole fare un giro in barca.

C’è una variabile in più da dover superare rispetto al pubblico intercettato su Google Ads.

Cosa si potrebbe migliorare nella presenza online di Leandro?
Bisognerebbe ovviamente analizzare i dati nel dettaglio, controllare le statistiche di Google Analytics, vedere come sono impostate le campagne di Google Ads per poter dare consigli specifici su possibili migliorie.

Ma dalle (poche) informazioni che ho a disposizione valuterei:
– La possibilità di realizzare una landing page su cui rimandare gli annunci di Google Ads invece che mandarli sulla home page del sito come accade adesso (e spiegava Leandro nei suoi commenti): obiettivo sarebbe tentare di migliorare il tasso di conversione degli utenti in modo da aumentare i risultati a parità di investimento pubblicitario,

– La possibilità di migliorare l’usabilità del sito: ho provato a navigarlo da smartphone e ci sono alcuni aspetti che migliorerei: obiettivo sarebbe tentare di migliorare il tasso di conversione degli utenti in modo da aumentare i risultati a parità di quantità di traffico,

– Lavorare sulla SEO: se, come abbiamo detto, Google Ads è uno strumento efficace per l’azienda di Leandro valuterei di affiancare alle campagne Google Ads un lavoro di strategia SEO, ovvero di posizionamento sui motori di ricerca.

Il sito di Leandro è già posizionato con un buon numero di keywords pertinenti al suo lavoro ma ci sono ampi margini di miglioramento.

(clicca sull’immagine per ingrandirla)

Quelle che vedi qui sopra sono un piccolo esempio di keywords con cui il sito di Leandro è posizionato:

– noleggio barca napoli: 3° posizione su Google,
– noleggio barche napoli: 2° posizione su Google,
– affitto barca napoli: 5° posizione su Google,
– ecc ecc.

Aumentare di posizione quelle keywords aumenta il traffico intercettato e, di conseguenza, quasi sicuramente i contatti di potenziali clienti interessati al noleggio delle sue barche.


Risposta n°3 di Agata: “Io uso solo la SEO. Per un libero professionista la SEO spesso basta.”

Settore: Guida turistica a Firenze
Strumento di promozione online: SEO (posizionamento organico su Google).

Qui sotto vedi la risposta completa di Agata:

(clicca sull’immagine per ingrandirla)


La sua risposta non ha a che fare con Google Ads o Facebook Ads perché, come scrive lei stessa, si promuove online con la SEO, cioè con il posizionamento organico su Google.

Breve inciso: Agata è nostra cliente da circa un annetto e l’attività SEO sul suo sito la stiamo portando avanti noi con lei.

Agata è una libera professionista: è una guida turistica a Firenze.
Promuoversi con Google Ads avrebbe tecnicamente senso per lei?
Certo che avrebbe tecnicamente senso: gli utenti cercano su Google una guida turistica a Firenze, come puoi vedere da solo dallo screenshot qui sotto.

(clicca sull’immagine per ingrandirla)


Ma poi Google Ads costa.
Spende soldi tutti i giorni.

Come vedi dalle evidenziazioni (la terza colonna, “Top of Page bid…”), il costo per click (abbr. CPC) si attesta dai € 0,62 a € 1,07.

In pratica se non ci metti € 20/25 di budget giornaliero minimo è inutile farlo, e spendere € 600 al mese minimo di Google Ads (a cui aggiungere il costo dell’agenzia) non è un costo sostenibile per una libera professionista come Agata (e come la stragrande maggioranza dei liberi professionisti italiani). 

Ed è qui che siamo intervenuti noi con la SEO.

Se la gente cerca su Google (come abbiamo visto prima) si possono attivare campagne di Google Ads ma si può fare anche un’attività SEO, che punti ad aumentare la visibilità organica dei siti web, senza il costo pubblicitario di Google Ads ma pagando solo l’agenzia.

E’ stato fatto quindi un lavoro di produzione di nuovi contenuti e di ottimizzazione SEO del sito, con questi risultati:

(clicca sull’immagine per ingrandirla)

Risultati:

  • Periodo di riferimento: ultimi 12 mesi confrontati coi 12 mesi precedenti,
  • Traffico organico aumentato del 90,88%,
  • Visite passate da 19.313 a 36.864,
  • Tempo di sessione medio aumentato del 123,82% (passato da 57 secondi a 2min 9sec),
  • Aumento delle conversioni e delle richieste importante, 
  • Cliente super soddisfatta che grazie al grande aumento di richieste è riuscita ad aumentare (di molto) le sue tariffe, completando il suo calendario e cominciando a passare a suoi collaboratori le richieste in eccesso. Come mi diceva anche nel messaggio privato che vedi sotto incollato…
(clicca sull’immagine per ingrandirla)

Riflessione sulla risposta di Agata

Ma perché ho parlato del caso di Agata che non c’entra con Google Ads e Facebook Ads?

L’ho fatto perché apre la FONDAMENTALE parentesi sulla scelta del giusto strumento promozionale in virtù del contesto specifico.

Ovvero, non basta scegliere la tattica di promozione che tecnicamente è adatta all’obiettivo di acquisire clienti ma bisogna scegliere la tattica tenendo conto ad esempio:

  • delle risorse a disposizione del cliente (ad esempio budget e potenza commerciale)
  • differenziazione rispetto ai competitor, 
  • posizionamento di prezzo,
  • forza e numero di competitor.


E quindi, nel caso di Agata, Google Ads come detto prima avrebbe anche avuto tecnicamente senso, ma poi:

  • Agata non avrebbe avuto il budget per sostenerlo,
  • Anche avesse avuto il budget non avrebbe avuto la potenza commerciale per sostenere troppe richieste giornaliere.

Da qui la scelta della SEO che è un pò più lenta nella crescita ma costante nel tempo e sostenibile per il caso specifico.


Risposta n°4 di Franco: “Mi promuovo su Facebook con soddisfazione”


Settore: Negozi fisici di calzature in Veneto
Strumento di promozione online: Facebook Ads
Qui sotto vedi la risposta completa di Franco:

(clicca sull’immagine per ingrandirla)

Allora…anche il caso di Franco si presenta come molto interessante.
Ora capirai il perché.

Innanzitutto, Franco dice di usare con soddisfazione Facebook Ads.
Ha tecnicamente senso la sua risposta?

Beh, si. Innanzitutto perché lo dice lui e non possiamo che credergli.
In seconda battuta ha senso anche pensando al processo di acquisto delle persone e al fatto che abbia negozi fisici locali.

Mi spiego.

Come compriamo le scarpe? Come parte il processo di acquisto che ci porta a pensare di dover acquistare un nuovo paio di scarpe?

Il processo d’acquisto parte sia per “problema” che per “scoperta”.

Ovvero:
– Problema: ho bisogno di un nuovo paio di scarpe perché quelle che ho sono vecchie/rotte o perché (ad esempio) devo andare ad una cerimonia e non ho le scarpe adatte,
– Scoperta: sto passeggiando in centro, passo davanti ad una vetrina di un negozio di scarpe, scopro un modello che mi piace e le compro.

Ci siamo, bene.

Con l’utilizzo della piattaforma di Facebook  Franco sfrutta il potere della scoperta e mostra ai suoi potenziali clienti i modelli che di volta in volta ha in offerta.

Qui sotto vediamo uno dei suoi ultimi post:

Come dice Franco stesso, sfrutta con soddisfazione le campagne su Facebook, che confermo sono lo strumento adatto ad una situazione come la sua che ha 3 negozi fisici di scarpe in località venete.

Ma Google Ads potrebbe aiutarlo o no?

Ti direi proprio di si.
O meglio, come sempre andrebbe analizzato il caso specifico in tutti i suoi dettagli prima di poter esserne certi. Ma ci sono alcuni elementi concreti che lo fanno pensare.

Il primo degli elementi è che la gente cerca le scarpe che vende Franco anche su Google, come possiamo vedere nello screenshot qui sotto:

(clicca sull’immagine per ingrandirla)


Come puoi vedere ci sono numerose ricerche degli utenti per la marca “Hey Dude”, quella che Franco ha promosso nel post sopra riportato.

E allora perché non intercettare chi consapevolmente sta cercando il prodotto che vogliamo vendere?

L’unico motivo sensato di ignorare quelle ricerche è quando NON siamo competitivi a livello di prezzo e quindi, a parità di prodotto, il nostro prezzo è più alto rispetto ai competitor.

In realtà il problema principale nel caso di Franco è che mi sembra di capire che NON abbia un sito web di e-commerce da cui vendere le sue scarpe, cosa che gli consiglierei di fare, visto che tra l’altro sembra che venda e spedisca già in tutta Italia, come si evince dall’altro post qui sotto riportato:

Riflessione sulla risposta di Franco

Riflessioni veloci sul caso di Franco:

  • Ok Facebook Ads. Migliorerei (molto) il modo di comunicare, ora troppo sintetico,
  • Valuterei seriamente l’opportunità di realizzare un sito di e-commerce…
  • …per poter poi tentare di intercettare domanda consapevole con campagne di Google Ads.

Risposta n°5 di Fabio: “Google. W GOOGLE. Ho una landing che converte molto bene..”

Settore: Osteopata a Torino a domicilio
Strumento di promozione online: Google Ads
Qui sotto vedi la risposta completa di Fabio:

(clicca sull’immagine per ingrandirla)


Il caso di Fabio è davvero molto interessante.

Ora ti spiego il perché.

Allora, come hai visto dalla presentazione del caso, Fabio è un osteopata di Torino che opera a domicilio soprattutto con pazienti over 70.

Ho messo in grassetto:
– a domicilio,
– con pazienti over 70.

Perché ho evidenziato quelle due parole?
Perché DIFFERENZIANO Fabio dalla maggior parte dei suoi competitor che si promuovono su Torino.

Si differenzia perché (appunto):
1) Opera a domicilio (offrendo quindi una comodità di servizio non offerta dalla maggior parte dei suoi competitor),

2) E’ specializzato sugli anziani, e la specializzazione viene sempre percepita come un plus dal potenziali cliente.

DIVERSO vende di più che MIGLIORE è il titolo di un vecchio post che scrissi su Facebook nel quale spiegavo che presentarsi come DIVERSI rispetto ai nostri competitor ci permette molto meglio di passare un grande PREvalore nella percezione del nostro potenziale cliente.

Dire che siamo bravi o migliori NON è efficace perché il potenziale cliente NON può percepirlo davvero prima di aver comprato il nostro prodotto servizio.

Essere DIVERSI è invece un valore percepito anche da chi NON è ancora nostro cliente.

Tornando a Fabio, il fatto che lavori a domicilio e sia specializzato sugli anziani lo rende DIVERSO rispetto ai suoi competitor: la differenziazione, nel marketing, è MOLTO importante.


Questa è la landing https://landing.fabionicolosi.it/ che Fabio usa per promuoversi su Google Ads (nel caso tu voglia dargli un’occhiata).

Riflessione sulla risposta di Fabio

Ora veniamo alla scelta tattica di Fabio di promuoversi con Google Ads.
E’ una scelta giusta?

Come risposto anche in precedenza per un altro caso e non avendo sottomano i dati reali della campagna di Fabio, non che posso che essere d’accordo con la sua scelta: dice che funziona, quindi va bene così.

C’è un però che approfondirei. Questo.

Come dicevamo, Fabio ha fatto un grosso ed efficace lavoro per differenziarsi dai competitor, specializzandosi sugli anziani e fornendo un (comodissimo) servizio a domicilio.

C’è però un “problema”: la gente non lo sa.

Guarda lo screenshot qui sotto:

(clicca sull’immagine per ingrandirla)


Sono riportati i volumi di ricerca di alcune keywords riguardanti il lavoro di Fabio.

Cosa noti?

Che ci sono 2.400 ricerche mensili per la keyword generica “osteopata Torino” ed invece ZERO ricerche per le keywords più specifiche come “osteopata anziani torino”, “osteopata torino domicilio”, “osteopata a domicilio torino”.

Questo significa che alle persone non interessa il servizio a domicilio per anziani di Fabio?
Affatto, non significa questo.
Significa che NON LO CONOSCONO e quindi NON LO CERCANO.

Io per primo, venendone a conoscenza sono rimasto sorpreso: era la prima volta che sentivo di un osteopata a domicilio.

E come dimostrano i dati, anche le persone in generale non conoscono questa possibilità, infatti NON cercano su Google.

E quindi?

Quindi Fabio potrebbe (anzi, dovrebbe) fare una campagna di test su Facebook ed Instagram per far scoprire il suo servizio.

Tra l’altro è facilitato nella targetizzazione: immagino che la maggior parte delle volte siano i figli dei pazienti anziani ultrasettantenni ad occuparsi di cercare l’osteopata per il proprio genitore.

Quindi un test sui 40/50enni della zone di suo interesse potrebbe essere fatto con una spesa inizialmente contenuta (tipo € 100 per fare un test) per verificare quanti contatti si possano intercettare in questo modo e, contemporaneamente, far conoscere ai suoi concittadini torinesi la sua differenziazione, la sua specializzazione in anziani ed il suo servizio a domicilio.

Sono pronto a scommettere che la campagna Facebook funzionerebbe (se fatta bene ovviamente).


Risposta n°6 di Massimo: “Ci promuoviamo attraverso il rapporto agente-rivenditore”

Settore: Produzione Infissi in Legno e Legnoalluminio
Strumento di promozione online: nessuno. Contattano offline i rivenditori con gli agenti di commercio.

Qui sotto vedi la risposta completa di Massimo:

(clicca sull’immagine per ingrandirla)


Questo è l’ultimo caso trattato in questo articolo ed è quello di Massimo.
Che NON si promuove online perché i suoi clienti diretti sono i rivenditori e non i clienti finali.

Te la spiego meglio.

Massimo produce infissi di livello medi/alto che vende a rivenditori sparsi in 10 regioni di Italia, che poi a loro volta rivendono al cliente finale che deve cambiare infissi in casa.

La decisione di Massimo è stata quella di dedicare i propri sforzi di marketing alla relazione offline tra i suoi agenti e i suoi rivenditori.

Questo tipo di scelta è diffusissima tra le aziende che producono ed hanno i rivenditori come propri clienti.

E’ una scelta giusta?

Riflessione sulla risposta di Massimo

Non posso permettermi di giudicare la scelta specifica di Massimo di cui non conosco niente, se non che sia uno dei membri del nostro gruppo Facebook privato “Il Web Marketing Spiegato Semplice” (clicca qui nel caso volessi iscriverti al gruppo).

Più in linea generale mi ha però sempre lasciato perplesso la scelta diffusa delle aziende produttrici di promuoversi poco o niente.

Anche perché c’è una grossa opportunità da sondare.
Ti spiego quale con un esempio di un nostro cliente diretto.
Anzi, uno dei nostri migliori clienti: SharkNet, la zanzariera plissettata n°1 in Italia.

Con cui collaboriamo ormai dal 2018.

Guarda l’immagine qui sotto:

4 ottobre 2022:
“Clienti privati girati questo mese: 219”

L’immagine fa riferimento ad un post che Marco Marcantoni, titolare dell’azienda (insieme ai suoi familiari soci) ha pubblicato all’interno del loro gruppo Facebook nel quale ci sono i loro rivenditori italiani.

219* sono i contatti che, in ottobre 2022, l’azienda ha girato ai propri rivenditori.
Cioè, l’azienda investe (anche) in attività di digital marketing allo scopo di rigirare ai propri rivenditori migliori le richieste dei privati.

Hai capito la strategia?
Se non ci arrivi subito, ti assicuro che è una delle scelte più FURBE possa fare un’azienda che produce e che ha nei rivenditori la propria rete vendita principale.

Mettiti nei panni del rivenditore, chi vuoi che preferisca come fornitore:
– Un fornitore che gli fornisce il prodotto (e stop)?,
– Un fornitore che fa anche lead generation al posto suo e gli porta pure i clienti?

E ancora, mettiti nei panni degli agenti che vanno a bussare alla porta dei rivenditori, cosa credi preferiscano:

– Una mandante che li fornisca solo il catalogo prodotti da mostrare ai rivenditori?
– Oppure una mandante che gli permetta di andare dai rivenditori non solo col catalogo prodotti ma dicendogli anche “ti portiamo noi i clienti?”

E in ultima analisi, guarda l’immagine qui sotto:

(clicca sull’immagine per ingrandirla)


L’immagine rappresenta il trend delle ricerche brand di SharkNet da aprile 2019 a marzo 2023.


Cioè, il grafico indica la quantità di ricerche fatte dagli utenti in Italia su Google digitando “sharknet” o “shark net”, ovvero cercando direttamente il brand dell’azienda.

Come puoi notare, il trend è costante e netta crescita negli anni.
Cosa significa?

Significa che sempre più persone conoscono il brand, il prodotto e sempre più persone vogliono comprarlo.

E quindi, per gli agenti di SharkNet, pensi sia più facile convincere i rivenditori avendo già un sacco di gente che conosce il prodotto (e che forse lo è andato già a chiedere nel negozio del rivenditore) o è più facile convincere il rivenditore proponendo un prodotto sconosciuto al pubblico finale (che è poi quello che se lo compra)?

Insomma, il caso di SharkNet ci dimostra che, se anche sono i rivenditori i tuoi clienti finali, ci sono un mucchio di opportunità che si possono sfruttare con estremo successo, come ci conferma anche l’ultima testimonianza da cliente soddisfatto che ci ha lasciato Marco nel video qui sotto:


*Note:
– sottolineo e ripeto che i 219 contatti passati ai rivenditori sono riferiti ad ottobre 2022, quindi un periodo di bassa stagione. In primavera ed inizio estate, quando gli investimenti pubblicitari di SharkNet aumentano considerevolmente, quei numeri si moltiplicano.

Conclusione

Scegliere come promuovere un’azienda è un’attività complessa che non può prescindere dall’analisi del caso specifico.

Promuoversi su Google Ads o Facebook Ads?

E’ un dilemma a cui si può rispondere SOLO studiando il caso specifico, come ho cercato di dimostrarti con questo articolo e con i 6 casi di aziende reali sopra riportate.

Se sei in cerca di un partner che ti aiuti a promuovere la tua azienda puoi contattarci da qui.

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