Quando SERVONO gli interessi di Facebook per intercettare i propri clienti?

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Di che cosa ti parlerò in questo articolo

L’altro giorno parlavo con Renato, che vende infissi e al quale sto seguendo la campagna su Facebook.

L’ultimo consiglio dato è stato:

“Creiamo un nuovo gruppo di inserzioni che abbia come target utenti della tua zona geografica, di età compresa tra i 30 e i 65 anni e che siano sposati, conviventi, ecc ecc”

In pratica suggerivo di NON usare gli “interessi” per targhettizzare il pubblico, ma cercare di intercettare gli utenti che avessero le caratteristiche demografiche del target.

Puntuale l’obiezione di Renato che chiede: “Ma così non rischiamo di disperdere budget? Non sarebbe opportuno restringere la sponsorizzazione solo agli “amici dei fan” della pagina?”

Eh no, caro Renato. E ti spiego perchè…

Innanzitutto apprezzo la tua perplessità: essere prudenti sulla scelta del target è sempre buona cosa.

Tuttavia vanno sempre fatti dei ragionamenti al riguardo.

Partiamo dal ragionare sugli “interessi” che Facebook mette a disposizione per targhettizzare il proprio pubblico.

Come fa a capire Facebook che a me interessa o meno un’argomento?

Copio/Incollo ciò che Facebook stesso dice al riguardo:

“La definizione dei destinatari basata sugli interessi ti consente di definire il tuo pubblico ideale in base agli interessi, agli hobby e alle Pagine che piacciono alle persone su Facebook.

Queste informazioni possono essere estratte dalle liste di interessi, dalle attività, dall’istruzione, dai titoli di lavoro, dalle Pagine preferite o dai gruppi di cui fanno parte le persone.”

Ora puoi ben capire che questi “interessi” sono più o meno utili a seconda del prodotto/servizio che dobbiamo vendere.

Anzi, possiamo ben dire che gli interessi possono essere MOLTO utili in alcuni casi, e POCO O NULLA in altri.

Ad esempio, se vendi un prodotto per cani, la targhettizzazione per interessi probabilmente è molto utile perchè è altamente probabile che chi ha un cane, si comporti su Facebook in modo da “dichiarare” questa sua condizione: magari è fan di pagine Facebook che parlano della razza specifica o di come educare il proprio amico a 4 zampe, oppure è iscritto al gruppo Facebook  “Tutti pazzi per il Chihuahua”, ecc.

Insomma è MOLTO probabile che dia a Facebook i dati per  essere individuato come “interessato ai cani”.

Tutto molto bello…peccato che Renato VENDE INFISSI.

Ora, secondo te, senza stare a fare tutte ste gran ricerche, ti pare che gli infissi e i serramenti possano essere un argomento di “interesse” diffuso nella popolazione?

Probabilmente NO, e molto più semplicemente uno se ne interessa SOLO quando ne ha bisogno.

Ma quindi non bisogna usare gli interessi?
Non ho detto questo.

Tant’è che nella campagna di Renato, i primi gruppi di inserzioni che abbiamo attivato hanno come target utenti della sua zona con interessi “infissi, ristrutturazioni, ecc ecc”.

Ma sono pochi e quindi, considerando probabile che comunque possono esserci tanti altri utenti potenzialmente interessati all’argomento ma che semplicemente non ne stanno a parlare tutto il giorno su Facebook, ho suggerito di ampliare il bacino di utenza a cui rivolgersi.

Quanto al suggerimento di intercettare solo gli “amici dei fan”, idea interessante in generale, ma completamente fuori luogo in questo caso.

Infatti la pagina di Renato ha meno di 100 fan (siamo partiti da qualche giorno con la campagna) e la maggior parte di quei fan sono rappresentati da amici e colleghi di Renato di tutte le parti di Italia: niente che abbia a che fare con il suo target di cliente.

E quindi, se usassimo solo gli “amici dei fan” come target andremmo incontro a due problematiche quasi certe:
1.  Intercettare utenti non in target (perchè ad esempio residenti in zone lontane),
2.  Se geolocalizzassimo i target, con così pochi fan, probabilmente il bacino sarebbe ristrettissimo.

Conclusione:
Gli “interessi” di Facebook possono essere una risorsa preziosissima, ma devi ragionare se è così anche nel TUO caso.

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