Caso di successo Dr. Perón: come triplicare il fatturato dimezzando il CPL con Google Ads

Caso di successo Dr. Perón: come triplicare il fatturato dimezzando il CPL con Google Ads

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Di che cosa ti parlerò in questo articolo

Utilizzi Google Ads per promuovere la tua attività ma i risultati sono scarsi?

Magari arrivano pochi contatti – di scarsa qualità – mentre i costi continuano a salire?

Se ti rivedi in questa situazione allora continua a leggere: voglio raccontarti una storia che parte da un fallimento per diventare un esempio di come, la giusta strategia, possa portare risultati vincenti a prescindere dal settore in cui si opera.

Luciano è medico chirurgo specializzato nella mastoplastica.

Ha girato mezzo mondo per studiare da vicino i metodi più innovativi che garantiscono un risultato eccellente, naturale e senza lunghe e dolorose degenze operatorie.

Torna in Italia, si mette in proprio e crea un suo brand con tanto di posizionamento: “la mastoplastica argentina”.

Nessun’altro può garantire un intervento simile. È l’unico in tutta la Penisola a proporlo.

Questo, strategicamente è il miglior punto di partenza possibile in un business.

Si affida a un’agenzia di marketing per acquisire più pazienti, consolidare il brand e incrementare la sua reputazione.

Tutto ciò mentre però è tra l’incudine e il martello…

Da un lato l’Ordine dei Medici che è sempre all’erta e non vede di buon occhio le promozioni troppo spinte, dall’altro le policy delle piattaforme di advertising che non gli permettono di pubblicizzare servizi di mastoplastica all’acqua di rose.

Tutto fiducioso approda su Google e inizia a lanciare delle campagne.

Arrivano dei lead. Bellissimo.

I lead sono pochi. Malino.

I lead sono “sporchi”. Male.

I lead sono costosi. Malissimo.

Luciano arriva a pagare €600 per ottenere un contatto, sentirlo al telefono e, testuali parole,“volevo solo delle informazioni”…

Per l’agenzia è tutto nella norma.

E questa per Luciano è una pessima notizia.

Luciano non è un nome di fantasia e quello che ti ho appena raccontato è ciò che gli è accaduto davvero, prima di conoscere noi di Stratego Swat.

Luciano Perrone, in arte Dr. Perón, è un medico chirurgo specializzato nella mastoplastica che opera su Parma e Milano.

Si è rivolto a noi perché voleva acquisire più pazienti per i suoi studi e, nonostante facesse già del digital marketing, non era soddisfatto dei risultati ottenuti – come dargli torto.

La strategia che abbiamo ideato per il Dr. Perón? Fare lead generation con Google Ads.

Grazie a ciò il nostro cliente è riuscito a passare da €370.000 fatturati nel 2023 a €477.000 in soli 5 mesi nel 2024

In questo articolo scoprirai quali strategie abbiamo messo in campo per la lead generation su Google Ads e cosa abbiamo ottimizzato – e perché.

Se il tuo obiettivo è comprendere come sfruttare al massimo Google Ads per fare lead generation allora sei nel posto giusto…

Grazie al supporto di questo caso studio ti farò vedere, dati alla mano, cosa puoi fare anche tu per sfruttare al massimo questa piattaforma pubblicitaria acquisendo potenziali clienti ben disposti a comprare da te.

Il ragionamento dietro la strategia: perché Google Ads per l’acquisizione clienti? “Dipende” non è una risposta

“Voglio acquisire nuovi clienti, che faccio?”

Sono SICURO che almeno una volta ti sei posto questa domanda, proprio come il Dr. Perón.

Vendi un prodotto o servizio e, come logico che sia, desideri espandere il tuo bacino di utenti…

Ma come fare?

Da quale canale partire?

Qual è il modo migliore per trovare nuovi clienti?

Come spesso accade nel mondo del digital marketing la risposta che sento dare spesso è “dipende”.

“Ok ma da cosa dipende???”

Ora te lo spiego.

Innanzitutto occorre fare un piccolo passo indietro.

Quindi prima ancora di decidere da quale canale di acquisizione partire devi porti delle domande molto, molto importanti.

  1. Sei disposto a investire dei soldi?

Qui dovresti obbligatoriamente rispondere un grande “SÌ”, i clienti si comprano e devi essere disposto a investire una cifra congrua basata sul tuo business o sul tuo brand.

  1. C’è ricerca consapevole del tuo prodotto o servizio?

Cioè: i clienti vogliono acquistare il tuo prodotto/servizio perché lo conoscono già oppure non sanno nemmeno che esiste?

  1. In quanto tempo ti aspetti risultati?

Ti servono clienti già tra un mese o puoi attendere 6 mesi? Cerchi una campagna in cui “apri i rubinetti” e vedi i lead arrivare oppure cerchi delle strategie a medio e lungo termine?

  1. Hai già un sito web o una landing page?

E, aggiungo, se hai già un sito web e una landing page dove vuoi far arrivare il traffico delle campagne?

Questo punto specifico NON è un dettaglio trascurabile – come in molti ti fanno credere dicendo che tanto basta un sito web…

Nella quasi totalità dei casi, infatti, è meglio mandare il traffico su una landing page dedicata, a meno che non si parli di campagne Google Ads per e-commerce.

Quelle che hai letto sono le considerazioni che io e i miei Specialist abbiamo fatto PRIMA di mettere in campo la strategia di advertising di Luciano Perrone – passaggi che vedrai in modo approfondito nel corso di questo articolo.

Nel caso specifico, siamo partiti con un solo canale – in questo caso Google Ads – perché era la piattaforma migliore per far ottenere risultati “rapidi” e incisivi al cliente. 

Dopo abbiamo aggiunto le campagne su Meta e successivamente abbiamo cominciato a lavorare anche sulla SEO

Il più grande vantaggio competitivo offerto da Google Ads (no, non è la “mera” vendita) – è come lo abbiamo applicato al Dr. Perón

Con Google Ads hai la possibilità di posizionarti nei primi 3-4 risultati della SERP e ottenere più visibilità e di conseguenza più vendite.

Logico, no?

Tuttavia, c’è un altro vantaggio spesso sottovalutato.

Un vantaggio ENORME che può fare la differenza in un business.

Attraverso l’utilizzo delle campagne Google e lo studio delle ricerche degli utenti, possiamo intercettare delle ricerche collaterali, ma collegate al business, ed espandere il mercato all’interno di quelle ricerche.

Nel caso specifico del Dr. Perón, ad esempio, nelle ricerche correlate alla keyword “mastoplastica additiva” abbiamo notato un buon traffico sul “lipofilling facciale” – un intervento al viso poco invasivo che elimina le rughe e che il Dottore effettua nei suoi studi. 

Scoperta questa opportunità abbiamo proposto al cliente di testare delle campagne per vedere la risposta del mercato alla nostra pubblicità relativa al lipofilling.

Con le campagne Google Ads, dunque, studiando i dati raccolti, si possono trovare spunti per: 

  • allargare il bacino di utenza;
  • allargare il bacino di servizi;
  • intercettare le ricerche degli utenti. 

Questo non è un vantaggio da poco perché ti permette di esplorare nuove alternative basandoti su dati reali, concreti, che il mercato ti fornisce.

Oltre a generare profitto tramite le sponsorizzate, Google Ads influenza il comportamento dell’utente che diventa consapevole del nostro prodotto e potrebbe tornare sui nostri canali anche senza passare per Google. 

Questa è un’altra cosa molto importante che spesso l’imprenditore, non essendo addetto ai lavori, rischia di non considerare adeguatamente.

Per un attimo mettiamoci nei panni di una cliente tipo del Dr. Perón: una donna che vuole rifare il seno, lo vuole naturale e deve sottoporsi a un intervento chirurgico – non cosa da poco come comprare una maglietta insomma… 

La cliente tipo, diciamo Renata, va a cercare su Google “mastoplastica additiva”, trova l’annuncio sponsorizzato, ci clicca sopra, visita la landing page e comincia a interessarsi al Dr Perón o al suo studio chirurgico. 

È ovvio che Renata non si fermerà solo alla visita di quella pagina, ma cercherà più informazioni sul chirurgo o sull’azienda, per approfondire le informazioni e aumentare la fiducia – ricordiamo che parliamo di un intervento chirurgico e non di caramelle.

Ma allora cos’ha fatto Google Ads?

Una cosa BELLISSIMA.

Ha avviato il processo di conversione.

Molte delle richieste che arrivano dal sito di Luciano Perrone (che non è sponsorizzato), in realtà sono nate dal click sull’annuncio Google. 

Questo comportamento è del tutto normale: lo stesso Luciano ha verificato che le richieste dal sito sono aumentate significativamente dal momento in cui sono partite le campagne.

Comprendi ora gli enormi vantaggi di Google Ads nel processo di acquisto del cliente?

Magari pensavi che “ora monto una campagna e vendo”?

Beh, le cose nel tempo si fanno sempre più complesse e difficili.

I consumatori sono più attenti e si informano – e non lo dico io.

Secondo l’Osservatorio Multicanalità, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Nielsen, l’88% degli italiani utilizza il web per cercare informazioni su prodotti o servizi.

Google Ads, sotto questi aspetti, è decisamente uno strumento di promozione azzeccato.

Ma “acquisire lead con le campagne Google” non basta…

… se poi quei lead sono di scarsa qualità cosa te ne fai?

Vediamo allora come acquisire dei lead attinenti al tuo business, persone realmente interessate ai tuoi prodotti o servizi.

Perché accontentarsi di “lead” se puoi avere “lead di qualità”? Ecco le strategie che abbiamo utilizzato con il Dr. Perón

Generare lead di qualità con Google Ads ti permette di risparmiare tempo e soldi.

Immagina le trattative infinite che sei costretto a fare quando contatti un potenziale cliente che non è davvero interessato a ciò che vendi.

Quanto devi faticare per convincerlo a comprare da te? Almeno 7 camicie sudate.

E qual è la percentuale di vendite non chiuse? Altissima.

La strategia più intelligente dunque consiste nell’ottenere un sistema di acquisizione clienti che non solo ti porta dei lead…

… ma te li porta anche consapevoli, pronti a comprare a te e ben disposti alla trattativa.

Questo richiede una strategia ben definita che include campagne mirate, landing page ottimizzate e un accurato monitoraggio delle metriche. 

Vediamo alcuni passaggi fondamentali da seguire per ottimizzare le campagne Google e cosa abbiamo fatto nello specifico con il nostro cliente Luciano Perrone.

#1 Definizione delle campagne: il primo passo è capire quali alternative hai a disposizione

Google Ads mette a disposizione varie tipologie di campagne, ognuna con peculiarità particolari.

Utilizzare le campagne Search ad esempio, è utile per intercettare utenti con intenzioni di ricerca chiare e specifiche. 

Questo tipo di campagna si concentra su parole chiave ad alta intenzione di acquisto, e permette di posizionarsi nei primi risultati di ricerca, aumentando le probabilità di conversione.

Creare annunci specifici per ogni gruppo di parole chiave, assicurandosi che siano rilevanti e attrattivi per il target, è un ottimo punto di partenza. 

Le campagne Display invece sono adatte per il remarketing, perché raggiungono gli utenti che hanno già visitato il sito attraverso banner visivi su vari siti web e app.

Per ottenere dei buoni risultati quindi è opportuno conoscere bene ogni tipologia di campagna messa a disposizione da Google e giocare di strategia.

#2 Ottimizzazione delle landing page: così aumenti le conversioni

Progettare landing page dedicate per ogni campagna, assicurandoti che siano coerenti con l’annuncio e le parole chiave utilizzate è fondamentale per le campagne Google.

Tra le best practice troviamo inserire un chiaro invito all’azione (CTA) e facilitare la compilazione dei moduli di contatto.

Un altro aspetto da non tralasciare è l’ottimizzazione che si realizza tramite A/B test regolari al fine di identificare e implementare le migliorie che aumentano il tasso di conversione.

#3 Monitoraggio delle metriche: fatti guidare dai numeri

I numeri non mentono e possono trasformarsi nei tuoi migliori amici quando si tratta di advertising.

Nel caso specifico di Google Ads occorre tracciare conversioni rilevanti, come la compilazione di moduli di contatto, e non semplici azioni superficiali come click su numeri di telefono.

Sbagliare i tracciamenti significa acquisire dati fallati, che non ti servono a ottimizzare la campagna e che, ancora peggio, ti forniscono un quadro falsato delle campagne.

Per monitorare il costo per conversione e il tasso di conversione è opportuno utilizzare degli strumenti di analisi che ti forniscano i dati adatti per ottimizzare le campagne – lo vedremo più avanti.

Altro aspetto importante è implementare il sistema di tracciamento delle conversioni che assicuri che solo le azioni significative siano contate, migliorando l’efficacia delle strategie di Google Ads.

Sei un po’ confuso?

Pensi che sia troppa roba mentre pensavi che tanto basta “lanciare una campagna”?

Forse allora può esserti d’aiuto vedere come abbiamo implementato queste strategie con Luciano Perrone – ti farò vedere come si sono evoluti i risultati mettendo in pratica questi 3 suggerimenti.

Come abbiamo ottimizzato le landing page di Luciano per aumentare le conversioni

Quando abbiamo preso in carico i pannelli del Dr. Peròn il traffico delle sponsorizzate era indirizzato verso la homepage del sito.

*Qui in foto vedi la homepage del sito del Dr. Perrone dove non si indica il cos’è, i benefici e il dove si trova.

Questa pratica è sbagliata

Mai, MAI utilizzare la homepage del sito per dirottare il traffico delle sponsorizzate.

Perché non farlo? 

Perché il sito è troppo dispersivo, non è sempre rilevante ai fini della ricerca dell’utente.

Essendo la homepage una pagina che contiene tutte le sezioni del sito, potrebbe non essere pertinente con l’annuncio e con la ricerca specifica dell’utente. 

Il lead vuole le mele e tu gli fai vedere le pere… 

È opportuno utilizzare delle landing page specifiche, ovvero delle pagine studiate appositamente per rispondere all’intento di ricerca e che, soprattutto, non prevedano dei punti di uscita per l’utente dalla pagina. 

E poi c’è un altro problema… ci sono altri link all’interno della homepage. 

Inserire dei link nella pagina di atterraggio non è sempre una buona pratica, soprattutto in ottica di advertising, perché dà la possibilità all’utente di uscire dalla pagina e di conseguenza rende più difficile acquisirlo o portarlo all’azione finale. 

*Qui sopra i link presenti nella homepage del sito di Luciano Perrone.

Navigando su questa pagina potrei interessarmi al protocollo di recupero rapido, cliccare sul link, informarmi, divagare, chiudere e non convertire più. 

Questo è molto grave perché noi quel click l’abbiamo pagato. 

Un altro errore riguarda il testo presente in pagina. 

Il testo è troppo piccolo e non si legge molto bene come puoi vedere tu stesso e diciamolo… rende difficile la lettura. 

*In foto un wall of text con testo troppo piccolo e con carattere poco leggibile presente nella homepage del sito di Luciano Perrone dove non si evidenziano i benefici.

I benefici del metodo, pur essendo in grassetto, non sono così evidenti e qui torniamo al problema principale accennato prima: non stiamo rispondendo all’esigenza dell’utente

Il risultato è un effetto a “muro di testo”, che rende tutto molto compatto, di difficile lettura, stancante. 

Non dobbiamo mai dimenticare il nostro scopo… 

Facilitare l’utente nell’ottenere informazioni o meglio ancora arrivare direttamente alla conversione finale.

Lo stesso Luciano, una volta create le nuove landing page, si è detto molto soddisfatto del lavoro svolto perché finalmente “non parlavano più in medichese” ma avevano un aspetto chiaro, pulito e professionale.

Ascolta direttamente le sue parole in questo video:

Quelli che hai visto sono solo alcuni dei motivi per cui non bisogna fare campagne di lead generation su Meta o su Google mandando il traffico sulla homepage del sito. 

Può aver senso farlo su una pagina interna strutturata come una landing page, ma non sulla homepage, mai sulla homepage.

Perché è opportuno ottimizzare di continuo le landing page e come farlo?

Abbiamo già parlato dell’importanza di fare dei test e noi siamo i primi a mettere in campo questa strategia.

L’obiettivo è attirare utenti con contenuti più rilevanti e ottimizzati. 

Ogni landing page presenta risposte ottimizzate in base alle ricerche e richieste delle utenti. 

In questo modo abbiamo creato coerenza negli annunci e ciò ci ha permesso di abbassare i costi.

Ottimizzare le parole chiave e il testo della landing page ha portato a una riduzione dei costi CPC e dei costi per conversione. 

Inoltre, aumentando il flusso di lead con lo stesso budget, il costo per lead diminuisce.

Infine, cambiando le landing page qualifichiamo automaticamente i contatti

Offrendo una landing page rilevante, non dobbiamo perdere tempo a convincere l’utente a comprare il nostro prodotto, perché è già convinto dalla qualità della nostra pagina.  

Questo riduce il tempo e le risorse impiegate per convertire e migliora la percezione del brand.

Ecco perché l’ottimizzazione della landing è importante tanto quanto una corretta impostazione delle campagne. 

Possiamo avere delle buone campagne, ma se il percorso dell’utente è ostacolato in qualche modo, portare un risultato diventa molto difficile. 

Se l’utente non è guidato correttamente e non viene incanalato in un processo fluido, facile e intuitivo, difficilmente arriverà alla conversione finale.

Migliorando le pagine, a parità di budget, abbiamo abbassato il costo per conversione di €50 e aumentato di 0,32% il tasso di conversione. 

Ripeto: abbiamo abbassato il costo per conversione di €50 – non male direi.

Passiamo ora allo step successivo: le metriche di valore.

I tracciamenti errati dell’account Google di Luciano: perché e come li abbiamo modificati 

Tracciare le giuste conversioni è il secondo aspetto fondamentale quando si lanciano campagne di lead generation su Google Ads. 

Prendiamo ad esempio le strategie di offerta in cui chiediamo all’algoritmo di Google di massimizzare le conversioni. 

Se viene considerata come conversione la visualizzazione della pagina delle testimonianze non si tratta di una conversione utile

Se segnaliamo a Google che questo è un obiettivo importante da raggiungere stiamo di fatto commettendo un errore.

Il tracciamento corretto delle conversioni è essenziale per il successo delle campagne su Google. 

Quando abbiamo preso in mano l’account pubblicitario del Dr. Perón, i problemi che abbiamo visto sulla landing page erano accompagnati da un tracciamento delle metriche sbagliato. 

In particolare, venivano tracciate le visualizzazioni della pagina iniziale e non della “Thank You Page” – quindi non c’era il tracciamento a lead acquisito. 

Il click sul bottone non ci assicura che l’utente abbia effettivamente compilato il modulo.

Io magari navigo e clicco sul pulsante per sbaglio: Google ce lo segnala però come evento di conversione.

Ma conversione de che??

(clicca sull’immagine per ingrandirla)

*In foto vedi i tracciamenti degli eventi di conversione inizialmente impostati nei pannelli del Dr. Perrone.

Come vedi sopra, abbiamo 124 conversioni, ma tutte poco rilevanti

La nostra vera conversione non è il “click sul bottone” ma di “nuovi prospect”: di fatto le conversioni utili sono solo 8 su 124.

Le altre azioni di conversione che abbiamo notato prendendo in mano l’account seppur non rilevanti per noi venivano comunque conteggiate come primarie, dando istruzioni sbagliate alla piattaforma.

Dati sbagliati, ottimizzazioni sbagliate, risultati scarsi.

Come abbiamo scelto da quale campagna partire per la lead generation con Google Ads

Come detto prima, la scelta delle campagne Google nell’acquisizione clienti dipende da tutta una serie di considerazioni primarie.

Nel caso specifico di Luciano Perrone?

Abbiamo preso in carico l’account e iniziato con i nostri test, lavorando non solo sulle campagne ma anche sull’ottimizzazione delle landing e sull’impostazione di tracciamenti corretti. 

Abbiamo poi creato delle campagne Search geolocalizzate per i due studi, Parma e Milano. 

Dopodiché, abbiamo creato delle landing page personalizzate partendo dalle landing page esistenti. 

Nelle campagne Google Ads è molto importante non rimanere fermi e statici su un singolo format.

Così facendo si andrebbero a perdere opportunità di miglioramento tramite A/B test, che potrebbero aumentare il conversion rate della campagna o le conversioni stesse.

*In foto alcune delle campagne Google realizzate per Luciano Perrone.

In questo caso, abbiamo diviso le campagne Search per Parma e per Milano con budget differenti ed ecco cosa abbiamo ottenuto:

  • considerando che il costo per click in questo settore è molto competitivo, su Parma la media del CPC era di €4,33 mentre su Milano era di €7,98 a click; 
  • su Parma abbiamo ottenuto 15 conversioni al costo di €25 ciascuna, mentre su Milano 7 conversioni al costo di €56 ciascuna.

Dividere le campagne per zone è stata una mossa intelligente perché ci ha permesso di sfruttare meglio il budget. 

Come abbiamo sfruttato il “file lead” per ottimizzare i processi di conversione 

Sfatiamo un mito, ti va?

Google Ads NON ti porta clienti.

E nemmeno META e neanche la SEO.

NESSUNA piattaforma pubblicitaria può portarti dei “clienti”.

Quello che l’advertising – incluso Google Ads – può farti arrivare sono lead, contatti, potenziali clienti.

Bada bene: potenziali.

Il gioco dove sta?

Innanzitutto nell’ottimizzare le campagne come abbiamo visto finora affinché i lead che ti arrivano siano quanto più puliti possibile.

Non quelli “curiosi” o che “volevo solo un’informazione”.

Ma lead che hanno SCELTO di parlare con te e sono SERIAMENTE interessati ad acquistare i tuoi prodotti o servizi.

Una volta ottenuti questi lead “caldi” – e in Stratego Swat facciamo esattamente questo – arriva il tuo momento…Devi trasformare quei lead caldi in CLIENTI effettivi, paganti.

Lì ovviamente sta alla bravura dei tuoi commerciali (anche se di certo è più facile convertire lead caldi anziché freddi).

Ma c’è un passaggio in più…

Come fai a capire quanti contatti diventano EFFETTIVAMENTE clienti?

Puoi farlo tramite il file lead.

Il file lead è un foglio (Excel o Google Sheet, meglio ancora un CRM o un gestionale) nel quale vengono raccolti i dati, in modo informato e consensuale, dei contatti che arrivano dalle campagne.

Nel caso del Dr. Perón siamo andati a creare un file in cui raccogliere le risposte che danno le possibili candidate all’intervento durante la prima chiamata informativa.

Dalle risposte che vengono raccolte attraverso quel file, possiamo ottimizzare le nostre Ads e la landing page per diminuire l’attrito della conversione finale. 

Cosa significa individuare le necessità dei clienti per migliorare la landing page? 

Facciamo un esempio. 

Se mi rendo conto che nel file lead, su 100 donne che arrivano, 98 chiedono informazioni riguardo ai prezzi, è verosimile che il prezzo dell’intervento sia un elemento da inserire all’interno della landing page per facilitare la conversione dell’utente. 

Questo perché quell’informazione è importante e rilevante per l’utente: se la trova nella landing page, è più probabile che ci contatti e magari sarà anche più convinta ad acquistare.

È un po’ un circolo virtuoso…

Vai a vedere quello che vogliono gli utenti all’interno del file lead. 

Riesci a qualificare il contatto.

In seguito puoi effettuare le valutazioni su ciò che trovi in comune in tutti gli utenti qualificati per ottimizzare le campagne e renderle più performanti.

Un altro aspetto che spesso interessa MOLTO gli imprenditori in merito a questo processo di verifica riguarda l’efficacia dei commerciali.

Grazie al file lead infatti sarà molto più semplice capire se il reparto commerciale sta lavorando bene o se ci sono delle falle. Questo perché se il lead arriva, è in target ed è interessato all’acquisto del prodotto o servizio, poi la “palla” sta al commerciale che deve portarlo alla conversione finale.

Se a un certo punto ti rendi conto che il tuo commerciale non riesce a chiudere in una percentuale soddisfacente i lead in target, magari il problema non risiede nelle campagne… ma nel commerciale.

Fornendo questo dato ai nostri clienti cerchiamo di dare loro supporto anche in questo importante tassello: più dati hai a disposizione meglio funziona il flusso del lavoro. 

Ovviamente quando parlo di “dati che diamo a disposizione” intendo numeri concreti, reali, incisivi.

Come abbiamo visto parlando dei tracciamenti e delle metriche infatti prendere decisioni basate su dati sbagliati vuol dire prendere decisioni sbagliate…

… e decretare al 100% il fallimento di una campagna.

Come si è evoluta la strategia nelle campagne Google di Luciano Perrone: il passaggio da Search a PMax 

Fin qui ho condiviso delle considerazioni molto importanti in merito alle campagne Google Ads, considerazioni più “generali” se vogliamo.

Ora voglio entrare un pochino più nel tecnico e parlarti in modo specifico di 2 tipi di campagne Google: le Search e le PMax.

Con Luciano Perrone le abbiamo testate entrambe per la lead generation e mi sembra opportuno farti notare alcuni dettagli importanti che possano aiutare anche te a “scegliere” quale tipo di campagna sfruttare per acquisire clienti tramite Google.

Inizialmente, le campagne usate erano di tipo Search ma nel tempo abbiamo notato che i costi stavano salendo vertiginosamente rispetto a quelli che erano gli obiettivi prefissati con Luciano.

Per ristabilire la situazione allora siamo passati da una campagna Search a una campagna PMax – Performance Max – andando a ottimizzarla per la lead generation.

La Performance Max è una campagna di ultima generazione che Google ha messo a disposizione degli utenti. 

È una campagna multicanale e permette che i nostri annunci sponsorizzati compaiano su Search, Gmail, YouTube e Discover

I costi per conversione erano comunque alti, ma c’era del potenziale per cui ci abbiamo provato. 

Abbiamo scelto di optare per un tipo di campagna che lavora in modo completamente diverso dalle Search e ci abbiamo visto giusto perché questo cambio di rotta ci ha permesso di abbassare i costi.

La PMax non funziona come le campagne Search perché non va a keyword, ma ci dà la possibilità di impostare dei pubblici da intercettare e degli interessi

Occhio: non delle parole chiave, ma degli interessi.

In questo modo si acquisisce più traffico perché la campagna non viene mostrata solo a chi ricerca una determinata chiave di ricerca ma a tutte le persone che hanno determinati interessi – che diciamo noi alla piattaforma. 

Oltre a questo è soggetta a meno limitazioni delle policy: si possono utilizzare immagini di un formato migliore e con del testo sopra, cosa che nelle campagne Search non si può fare. 

È quindi più creativa e ha meno limitazioni. 

Ovviamente, anche in questo caso la parola chiave è monitorare.

Anche qui bisogna sempre controllare le performance per evitare che la campagna prenda direzioni sbagliate e finisca per bruciare inutilmente budget. 

Vediamo un confronto tra i risultati delle campagne Performance Max e delle Search. 

Campagna Search

Campagna PMax

*Nelle immagini sopra puoi vedere un confronto nei risultati tra le campagne Search e quelle PMax.

Le campagne Search avevano un costo di €256 a lead.

Con le PMax il costo medio si è dimezzato.

Di seguito, negli screen che vedi andiamo a confrontare la Performance Max su Milano rispetto alla Search sempre su Milano: anche qui i costi sono minori. 

Inizialmente siamo partiti da €85 al giorno e i risultati erano molto migliori rispetto alla Search.

Le Performance Max di Milano hanno portato lead a €125 rispetto ai €561 delle campagne Search precedenti. 

Quattro volte di meno, quindi tanti soldi risparmiati.

(clicca sulle immagini per ingrandirle)

*Nei due screen puoi vedere il confronto tra le campagne Search e PMax create su Milano.

Le Performance Max per la lead generation sono un asset molto importante da non sottovalutare

Il punto di forza per noi è stato anche lo storico che ci hanno fornito le campagne Search: basandoci su quei dati (ancora una volta benedetti numeri!) siamo riusciti a strutturare una campagna PMax fatta bene. 

Cosa voglio dire con “abbiamo sfruttato lo storico”?

Significa che abbiamo preso dei dati utili dalle vecchie campagne e li abbiamo usati per “istruire” le nuove e quindi:

  1. dare indicazioni sui pubblici adeguati;
  2. dare indicazioni sui temi di ricerca da intercettare;
  3. creare placement da evitare (insieme ai lead spam). 

Ecco i risultati di Luciano Perrone ad oggi

Il successo di una campagna si misura da quanti risultati ha portato.

Da quanti contatti sono arrivati.

Dalla qualità di questi contatti.

Ma non solo… 

Con l’advertising del Dr. Peròn abbiamo creato una vera e propria strategia multi campagna che ha portato a massimizzare le conversioni e ridurre i costi. 

Ma non solo – di nuovo.

Queste strategie ci hanno permesso di influenzare il comportamento degli utenti e di incrementare il fatturato generale.

In che modo le Ads hanno influenzato il fatturato generale? 

Le campagne hanno:

  1. portato più traffico;
  2. aumentato la consapevolezza del brand;
  3. generato più contatti.

E insieme all’ottimizzazione e agli strumenti esterni a Google Ads, hanno triplicato il fatturato.

Nei primi 5 mesi del 2024 il fatturato è aumentato del 49% rispetto a tutto il 2023. 

Se confrontiamo i primi 5 mesi del 2024 con i primi 5 mesi del 2023, l’aumento è del 311%. A giugno 2024, il fatturato ha superato del 49% il fatturato totale dell’anno precedente, segnando così un incremento del 311% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Questo è il “potere” di una buona strategia di lead generation con Google Ads.

Testare, ottimizzare, validare.

Ecco cosa dice Luciano in merito:

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